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Quando il cambiamento passa per una pedalata. Scopriamo chi è Marco Mazzei
Quando Elena, autrice di Milano Sguardi Inediti, ha deciso di sfidarmi chiedendomi un’intervista ad un personaggio politico, ho deciso di indossare gli occhiali da cittadina critica e cercare di capire se effettivamente la città protagonista di questo blog abbia veramente bisogno di un acceleratore di cambiamento/mutamento quale si pone Marco Mazzei.
L’identità politica in una città come Milano è un concetto superato: la città protagonista del nostro blog pullula di sentimenti di solidarietà e di realtà dal volontariato all’associazionismo che nel tempo hanno contribuito alla definizione di un contesto florido allo sviluppo di idee innovative ed alla trasformazione della città come hub (unico in Italia) di promozione delle eccellenze del Belpaese. In questo contesto è nato e cresciuto Marco Mazzei, candidato al Consiglio comunale nella lista SinistraxMilano che, contattato alla pagina facebook realizzata appositamente per la campagna elettorale, si è reso disponibile a chiacchierare con la sottoscritta. Buona lettura!
Blogger, ciclista, giornalista, chi é Marco Mazzei?
Sono tutte e tre contemporaneamente. Vivo di comunicazione: lavoro in ufficio stampa e gestisco un blog da ormai sedici (16) anni. Di mestiere faccio il comunicatore ma sono anche un ciclista perché credo che andare in bici non significhi soltanto una forma di mobilità fisica, ma soprattutto spirituale. La bici ed il Partito Ciclista Italiano (a proposito avete visto le spille? Sono bellissime! ndr) vogliono simboleggiare la necessità di cogliere la sfida di muovere la città verso un futuro che – per essere duraturo – non può essere che sostenibile.
Perché hai deciso di candidarti al Consiglio comunale?
Negli ultimi anni sono stato molto attivo nell’associazionismo legato alla ciclabilità ed alla mobilità sostenibile pertanto mi sembrava il momento giusto per comunicare questi valori fondamentali alla crescita di Milano come città fatta a misura e per i suoi cittadini. Sono loro i veri attori del cambiamento, ai quali ho indirizzato la campagna ed ai quali spero di lasciare qualcosa, a prescindere dall’esito delle elezioni.
Qual è il suo modello politico? Perché ai tempi di oggi bisogna credere nella politica?
Personalmente non sono mai stato iscritto a nessun partito. L’unico modello politico in cui credo è quello legato alla capacità di creare una concreta partecipazione dei cittadini. La mia candidatura nasce proprio dal fatto di voler far partecipare quella parte silente della cittadinanza, dal volerla coinvolgere attivamente nella trasformazione reale della città.
Su Eppela hai lanciato una campagna di crowdfunding per realizzare cinque azioni di felicità urbana. Come è nata questa idea e perché hai deciso di utilizzare il crowdfunding?
Credo che una campagna di crowdfunding sia una risposta concreta alle esigenze di finanziamento di idee politiche. Idee o prototipi come le abbiamo chiamate che resteranno a prescindere dall’esito delle elezioni. In questo modo chiunque ed in qualsiasi misura, anche con un piccolo contributo, può portare avanti progetti concreti, idee di cambiamento che stanno già riscuotendo successo e che abbiamo realizzato.
Ad esempio, la CicloBrioche: la colazione offerta ai ciclisti oppure la liberazione di spazi occupati dai posti auto per restituirli ai quartieri, dando una nuova visione degli spazi pubblici (cfr. segui l’hashtag #felicitàurbana per vedere alcune delle strade che hanno cambiato volto durante alcune iniziative promosse da Marco ndr.)
Come pensi si possa migliorare l’educazione civica dei milanesi e degli italiani in generale?
Il prototipo proposto su Eppela riguardante il rispetto degli spazi pubblici nasce proprio dall’esigenza di migliorare l’educazione civica di questa città. Credo sia un buon punto di partenza un maggior rispetto reciproco perché i cittadini gestiscano le loro relazioni come se fossimo tutti parenti o amici. La stessa educazione civica fatta nelle scuole va rimodernata, focalizzandola sulla socialità, sulle relazioni e sul vivere la città come fosse un paese. Perché credo che la città di Milano benché si tratti di una metropoli sia fatta di tanti micropaesi che vanno gestiti nel rispetto dei residenti, recuperando quella genuinità che si respira nei piccoli borghi.
In che modo Milano può porsi come modello sostenibile per migliorare la percezione del Belpaese all’estero?
Milano è sicuramente la città italiana di maggior respiro europeo ed internazionale. Riteniamo che si possa fare un salto di qualità rendendola più accessibile alle tasche dei giovani di tutto il mondo che decidono di trasferirsi per studio o lavoro nei settori di eccellenza quali design, moda e food.
Il primo scoglio da superare quando ci si trasferisce in questa città è sicuramente quello economico: Berlino e Barcellona possono essere delle ottime maestre in questo caso. Queste due città infatti hanno attraversato diverse trasformazioni per poi collocarsi nell’immaginario collettivo quali poli attrattivi per talenti: è questa la strada che riteniamo percorribile e necessaria per Milano.
Come immagini Milano tra dieci dieci anni?
Sicuramente trasformata da grandi opere come la riapertura dei navigli e magari invasa dall’onda verde. Lo skyline di Milano sarà radicalmente cambiato da un piano di recupero. Questa città è stata montata e smontata una miriade di volte: è necessario che si pensi a fare qualcosa di davvero caratterizzante che possa contribuire ad una trasformazione concreta.
Qual è la città nel mondo che meglio si avvicina al tuo modello ideale di mobilità sostenibile?
Quando parliamo di mobilità sostenibile il pensiero comune riporta alle città di Copenaghen ed Amsterdam, ma quando parlo di mobilità sostenibile per Milano ritengo che le città da prendere come modello siano Londra e New York, straordinari esempi di mobilità integrata, in continuo cambiamento e miglioramento.
Ultima domanda. Tre ragioni per cui i milanesi devono votarti.
I milanesi che mi voteranno saranno quelli che hanno fretta di concretizzare alcuni cambiamenti importanti, ossia la riduzione del numero di auto in circolazione e più in generale il recupero di una serie di occasioni per la città. Mi rivolgo a coloro a cui stanno a cuore i temi della ciclabilità, della mobilità sostenibile, della valorizzazione degli spazi pubblici e delle relazioni di vicinato. Il mio impegno è proprio indirizzato a dare una spinta a questi temi che fino ad ora sono stati affrontati in modo, diciamo, moderato.
Conclusasi la nostra chiacchierata, auguro a Marco un in bocca al lupo di tutto cuore.
Ai nostri lettori, invece, segnalo le pagine facebook e web e gli hashtag #felicitàurbana #hovolutolabicicletta
Non mi resta che augurare a tutti una buona pedalata!
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