ALLA SCOPERTA DI CHICCHE E CURIOSITA’ DI NOLO (NORTH OF LORETO)
L’itinerario che vi propongo oggi va alla scoperta di uno dei quartieri più in fermento di Milano: NoLo, il nuovo quartiere emergente di Milano, ancora poco conosciuto, che oggi sta vivendo una grande trasformazione. NoLo sta per North of Loreto, un acronimo chic che ci fa pensare a quartieri di Ney York come Soho. In realtà proprio per il gran fermento culturale e sociale che questa zona sta vivendo negli ultimi anni e per la sua multiculturalità, molti ritengono che si avvicina a Brooklyn.
Qui si concentrano varie etnie ma, negli ultimi anni, sta diventando la meta preferiti da artisti, creativi, architetti, designer, artigiani italiani. Andare in giro per NoLo significa scoprire interessanti realtà e conoscere anche tante chicche storiche. Nella trasformazione di questo quartiere importante è stato il ruolo della social street, il gruppo su Facebook nato due anni fa con l’obiettivo di socializzare con i vicini di casa e scoprire il quartiere attraverso l’organizzazione di eventi e iniziative varie. Alcuni ragazzi della social street hanno infatti deciso di organizzare dei tour aperti anche a chi non vive nel quartiere, per esplorare e scoprire questa zona di Milano in continuo divenire, le sue chicche, le curiosità e le storie inedite. Io ho infatti ho partecipato a“Gira NoLo” la prima di una lunga serie di walking tour per le vie del quartiere. Siamo partiti dalla Chiesa di Santa Maria Beltrade, per poi attraversare Casa Lavizzari, siamo poi andati alla scoperta di una ex casa chiusa, e abbiamo visitato il Ca’ de Sassi il “castello” di Viale Monza per poi procedere per il mercato rionale e per la Chiesa di San Gabriele. Il tour è terminato con la visita al Parco Trotter.
Indice
UN PO’ DI STORIA
Questa zona 150 anni fa era aperta campagna, una campagna rigogliosa per via delle acque della Martesana che hanno contribuito a popolare l’area e a far nascere attività varie. Non era quindi una zona povera e poco popolata. Anzi, la Martesana attirava anche i signori benestanti che vi costruivano ville per le vacanze. Un’area produttiva dunque, che ha attirato molta gente da fuori Milano, dai brianzoli, ai pugliesi e siciliani, fino ad arrivare ai giorni nostri in cui la zona raccoglie una cinquantina di etnie.
CHIESA DI SANTA MARIA BELTRADE
La storia di questa chiesa è collegata a quella della chiesa che un tempo era situata in Piazza S. Maria Beltrade vicino via Torino. La chiesa era così chiamata perché era stata fatta costruire dal principe Bertarido nel VII secolo. La caratteristica di questa chiesa consisteva nel culto alla madonna dell’Addolorata di cui la chiesa custodiva un quadro, culto molto importante e sentito soprattutto nel Medioevo. Agli inizi del 1900, durante la prima guerra mondiale, la chiesa venne utilizzata come magazzino militare e successivamente fu demolita. Proprio in quegli anni le chiese erano assiduamente frequentate e, dato che la zona intorno a Pasteur si stava popolando sempre di più, l’allora arcivescovo di Milano Tosi, decise che anche quì bisognava costruire una chiesa. E così nel 1926 iniziarono i lavori della nuova chiesa che si conclusero nel 1927. E proprio in questa chiesa venne portato il quadro della Madonna Addolorata presente nella chiesa in centro. E venne dunque chiamata con lo stesso nome. Santa Maria Beltrade è stata inoltre la prima chiesa progettata dalla Scuola Cristiana del Beato Angelico, tutt’ora attiva, una scuola che unisce arte e religione.
PALAZZO LAVEZZARI – Piazza Morbegno 3
Proseguendo per Piazza Morbegno 3, ti imbatti in un palazzo marroncino a più piani che, oggi può sembrare un edificio normale e anonimo ma che un tempo e cioè nel 1933, rappresentava una costruzione ambiziosa e all’avanguardia. Il palazzo è così chiamato perché commissionato dall’industriale Pietro Lavezzari che si avvalse di due importanti archistar dell’epoca Lingeri e Terragni. Quest’ultimo in particolare costruì diversi edifici importanti dal punto di vista architettonico come Casa Ghiringhelli in Piazzale Lagosta e Casa Rustici in Corso Sempione. Palazzo Lavezzari ha uno stile razionalista e tra le particolarità più è la sua forma a “V”. Inoltre molto interessante è la scala centrale illuminata naturalmente da una finestra che corre per l’intera altezza dell’edificio. Insomma il palazzo era dal punto di vista architettonico all’avanguardia a quei tempi tant’è che i ragazzi di NoLo hanno trovato numerose testimonianze in riviste di settore dell’epoca.
L’EX CASA CHIUSA “CAVALLINO BIANCO” – Via Venini 61
Proseguendo poi per Via Venini al civico 61 scopri un angolo ricco di aneddoti e leggende metropolitane: la ex casa chiusa “Cavallino bianco”, che un tempo era tra i casini piùfrequentati della città. Prima della legge Merlin nel 1958 le case chiuse in città erano tante ed erano presenti Soprattutto nelle zone più povere della città. Sai come si chiamavano le prostitute? “Marchettare” dalla fiche che il cliente acquistava alla cassa. La fiche era più o meno alta in base alle prestazioni richieste. Oltre alle signorine vi erano i “signorini” richiesti dagli omosessuali. La casa in via Venini deve il nome all’opera di Benatsky del 1930. All’interno era caratterizzata da un angolo bar ben fornito di liquori e da un salone con tavolini dove le prostitute adescavano i clienti. Ma chi frequentava la casa? Gente di tutte le età persino di età inferiore ai 18 anni e persone non certo povere! A gestire la casa vi era Amalia amata dai clienti per i suoi modi di fare. Lei insegnava alle ragazze come adescare i clienti, come vestire e come mangiare, una sorta di couch dei nostri tempi!! C’era anche un “signorino” molto apprezzato chiamato Azalea che si dilettava a scrivere brevi poesie dialettali. Durante il tour Ornella Rossetto di Trani ci ha dato un bellissimo assaggio come puoi vedere nel video quì di seguito. La storia di questo posto è davvero curiosa anche perché, dopo la chiusura dei bordelli, la casa diventò lo studio del noto architetto Cini Boeri. Mentre al posto del caffè oggi vi è un negozio di animali.
CA’ DE SASS – Viale Monza 46
Quando passi in viale Monza al 46 non puoi non notare un edificio tutto grigio che ha le sembianze di un castello. Di stile medioevale e neoromanico, il castello venne progetto nel 1910 da Primo Gilberti, un uomo di cultura, viaggiatore, studioso di medicina e veterinaria, un tipo un po’ eccentrico se si pensa che a quei tempi Viale Monza era aperta campagna e che quindi sorgevano poche abitazioni tra cui cascine, botteghe e trattorie. Un bell’impatto deve aver avuto questo edificio sulla via! Per chi non vuole passare inosservato insomma! Particolare è il grande portone che presenta due draghetti sui lati. Ma la chicca è il giardino: attraversato il portone ti imbatti in un ampio cortile dove sono presenti tutt’ora degli alberi secolari. Qui sembra quasi non essere in città per il verde presente e per l’atmosfera raccolta. Infatti sarebbe bello organizzare qualche iniziativa magari in occasione di “Cortili aperti”. Potrebbe essere un’occasione per scoprire un pezzo di storia della nostra città. Ma non finisce quì. Oggi, sui garage, un tempo rimessa dei cavalli, si possono ammirare anche alcune sculture e mascheroni antichi facenti parte della collezione di Gilberti. Nel corso del tempo l’edificio passò agli eredi fin quando i singoli appartamenti non vennero venduti ai privati.
MERCATO COMUNALE DI VIALE MONZA – Viale Monza54
Proseguendo per Viale Monza, al civico 54 ti imbatti in uno dei primi mercati coperti realizzati a Milano fino ad allora. Siamo nel 1933, nel periodo tra le due guerre. Il mercato venne progettato da Luigi Lorenzo Secchi, ingegnere e architetto. Caratteristica la volta che assomiglia a quelle delle stazioni del XIX secolo. Interessante è stato scoprire che il Mercato era stato progettato in modo da ospitare anche iniziative e attività di intrattenimento come spettacoli. Quindi non solo fungeva da centro commerciale ma anche da centro di aggregazione sociale. Oggi il mercato è ancora attivo ma purtroppo molti esercenti hanno chiuso. La chicca? “La Taverna dei Terroni” una trattoria “alla buona” che propone cucina pugliese. E’ consigliata la prenotazione!
CHIESA DI SAN GABRIELE . Via Termopili 7
Da Viale Monza abbiamo poi fatto tappa alla chiesa di San Gabriele un gioiellino Architettonico del quartiere. Sapevi che questa chiesa è stata progettata dai fratelli Achille e Pier Giacomo Castiglioni, designer noti per aver realizzato la lampada ad arco? Incredibile ma vero! Una chiesa realizzata da designer. La caratteristica principale dell’edificio infatti è che è concepita come se fosse un’abitazione, senza piazzale antistante come vediamo in tutte le chiese. Questo perché, secondo il “Piano Montini” dell’allora cardinal Montini (siamo alla fine degli anni ’50), la chiesa doveva rappresentare un centro religioso di aggregazione con lo scopo di favorire l’integrazione dei tanti immigrati che vivevano nelle periferie. La chiesa infatti è perfettamente inserita nel quartiere ed è un esempio raro di edificio religioso che si integra con il contesto urbano divenendo un continuum con gli altri edifici. Un esempio un po’ anomalo di luogo di culto. Internamente è una chiesa moderna: è caratterizzata infatti da una sola navata e dal punto di vista degli arredi e dei dettagli interni è molto sobria. Interessante è l’illuminazione che è graduale proprio a rappresentare il simbolismo dall’ombra/buio alla luce, dettaglio che puoi notare soprattutto nelle giornate di sole.
PARCO TROTTER – Via Giacosa
Il tour si conclude in bellezza con la visita ad uno dei gioiellini verdi di Milano che custodisce una storia davvero interessante, il Parco Trotter. La caratteristica principale è che tutt’oggi all’interno ospita scuola materne ed elementari, una piccola città dell’infanzia che predilige il contatto con la natura come metodo di apprendimento. Ma che bello!
Tutto iniziò nel 1922 quando venne costruita la prima scuola con un intento sociale, quello di ospitare bimbi a costituzione fragile a rischio tubercolosi offrendo loro l’opportunità di vivere all’aria aperta a stretto contatto con la natura. Una scuola speciale di inclusione sociale per famiglie più povere che prevedeva anche un convitto per chi veniva da fuori città. Tantissime le attività che si facevano all’aperto e di cui possiamo oggi vedere alcuni segni: c’è infatti una Mini Italia per imparare la geografia, un’enorme Rosa dei Venti per imparare l’astronomia, una piscina, un solarium e una fattoria con animali e piante dove i bambini mettevano le mani in pasta. Un modello virtuoso di scuola che, prediligendo il rapporto con la natura, contribuiva a diffondere una condizione di benessere per facilitare l’apprendimento.
Ancora oggi le scuole sono attive e, il progetto è work in progress. Infatti laddove c’era il convitto, stanno costruendo nuove costruzioni che serviranno per ospitare attività culturali per la scuola e per il quartiere. Il parco oggi continua a mantenere il suo ruolo di aggregatore sociale grazie alle tante iniziative che si organizzano e che sono rivolte non solo alle scuole ma a tutti gli abitanti del quartiere.
Tra le attività più interessanti vi è il community garden, corsi di giardinaggio per bambini (il mercoledì) e adulti (sabato), dove impari a coltivare gli orti, un’attività creativa e perchè no, anche antistress. Per informazioni sui corsi e sulle attività nel parco, puoi contattare l’associazione Amici del Parco Trotter.
E tu quali altre chicche e curiosità conosci di NoLo?
Se vuoi saperne di più ti consiglio di seguire Gira NoLo il gruppo della Social Street di NoLo che propone periodicamente tour alla scoperta del quartiere.
In collaborazione con Gira NoLo
1 Comment
by Vito De Meo
Nella scuola materna di via Giacosa(Trotter) ci ho lavorato come commesso supplente, ed ho potuto notare la barbarie perpetrata da diverse amministrazioni comunali che hanno lasciato deperire e degenerare un ambiente dove un’amministrazione più intelligente ed un ministero degno avrebbero potuto installare un piccolo campus, dall’infanzia alla laurea, ho visto anche una serie di residenze invase dalla vegetazione, la piscina è un vivaio di sorci ed insetti, le palazzine sono in costante degrado, sono state sottratte anche delle piastrelle decorative dalle facciate, i sotterranei, ampi e luminosi, sedi ottimali per laboratori, sono deposito di rottami recuperabili oltrechè di oggetti vintage che potrebbero far mercato e scuola di piccolo restauro, eccetera, eccetera, eccetera