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SEGUIRE UNO STILE DI VITA ZEROWASTE SI PUO’. INTERVISTA A BEATRICE DI CESARE

Chi mi conosce sa che sono affascinata dalla cultura del “sostenibile” e che cerco nel mio piccolo di seguire uno stile di vita nel rispetto dell’ambiente, di me stessa e degli altri:  privilegio il bio e il naturale per  cibi e cosmetici, cerco di prendere prodotti  sfusi e non imballati, acquisto (anche se raramente) abbigliamento e arredo usato, utilizzo i mezzi pubblici per tratti lunghi mentre per brevi tratti vado a piedi o in bici, uso l’auto in città solo in rarissimi casi. Tuttavia mi piacerebbe fare molto di più come andare per esempio più spesso al mercato ad acquistare prodotti a KM0, oppure  andare in uno di quei posti in cui si vende la roba sfusa, ma purtroppo devo fare spesso i conti con il tempo, le distanza e a volte anche con la pigrizia. Mi piace tuttavia scovare informazioni e raccogliere consigli  utili  da chi invece ha sposato completamente questo stile di vita. Come per esempio Beatrice di Cesare, che, esperta in discipline olistiche, cerca di “aiutare le persone a togliere la polvere dalla propria bussola interiore, alleggerire il proprio zaino e ricaricarsi di energia”. E lo fa con le sue mani utilizzando diverse tecniche di massaggio, con la  nonviolenza in tutte le forme possibili (dalla scelta vegana alla comunicazione empatica), con un consumo consapevole, e con le sue piccole pratiche quotidiane  all’insegna di uno stile di vita zerowaste, senza cioè produrre rifiuti.  Incredibile ma vero! Ma come si fa? Quali sono le best practices quotidiane da adottare? Ce lo racconta Beatrice in questa intervista.

 

CHI E’ BEATRICE

Non è una domanda facile! Sono un sacco di cose come tutti gli esseri umani, ma di sicuro sono una donna che cerca di essere felice e che vuole che questa felicità sia in armonia con gli altri abitanti di questo pianeta. Alcuni tasselli di questa felicità sono: il mio lavoro di operatrice olistica che mi fa scegliere il contatto come strumento che porta benessere, fare scelte di vita nonviolente come quella vegan e la scelta di provare a vivere secondo lo stile di vita zerowaste, cioè senza produrre rifiuti  (o andarci molto vicino). Altri tasselli sono una relazione di coppia meravigliosa da coltivare ogni giorno e la voglia di continuare a  imparare, sperimentare e scoprire soprattutto me stessa, così magari un giorno saprò rispondere facilmente alla tua domanda .

Vivere senza produrre rifiuti
Beatrice segue uno stile di vita zerowaste, cioè con scarsa produzione di rifiuti

 

AMORE PE R LA NATURA, RISPETTO PER L’AMBIENTE, COSA TI SPINGE A SEGUIRE UNO STILE DI VITA SOSTENIBILE?

Mi spinge il bisogno profondo di vivere in un mondo in cui tutti possano vivere bene e con tutti intendo proprio tutti non solo gli esseri umani. Il meraviglioso pianeta di cui facciamo parte è un sistema in cui tutto è collegato, quindi è importantissimo  chiedersi, con una logica antispecista, quali sono le conseguenze delle nostre scelte quotidiane sugli altri animali umani, sugli animali non umani e sull’ambiente. Ambiente che non è intorno a noi ma è parte di noi e noi siamo parte di lui. Se crolla casa tua e tu non sei in casa puoi costruirne un’altra o vivere all’aperto, se danneggiamo il pianeta non possiamo vivere.

 

QUALI SONO LE TUE “BEST PRACTISE” QUOTIDIANE PER RISPETTARE L’AMBIENTE ED EVITARE GLI SPRECHI?

Un po’ di spunti a raffica, pronta?

In casa: spesa vegan sfusa e bio (portando contenitori riutilizzabili ai negozi che vendono cibi sfusi), fazzoletti di stoffa, tovaglioli di stoffa (niente usa e getta insomma), detergenti e detersivi, creme ecobio autoprodotti e/o comprati sfusi. Cucinare anche le parti dei vegetali che vengono considerate meno nobili ma che sono buonissime come le foglie del cavolo bianco con cui si fa uno strepitoso sugo unendole a delle noci e frullando il tutto. Frigorifero spento d’inverno e usare il davanzale come frigorifero, qui si possono conservare  i cibi vegetali non lavorati perché non richiedono temperature tanto basse o particolarmente costanti. Coppetta e assorbenti lavabili per il ciclo. Fuori casa: borraccia piena di acqua del sindaco, borse riutilizzabili per le verdure comprate senza imballo al mercato dei contadini, sacchetti di stoffa di varie dimensioni per la spesa sfusa, porta panino pieghevole che fa anche da porta focaccia invece delle buste antiunto del panificio (che non sono riciclabili nella carta), kit di piatto di bambù, posate e tovaglioli per quando capita di mangiare in locali che utilizzano gli usa e getta.

Buone pratiche all'insegna dello stile di vita zerowaste
Prodotti sfusi acquistati senza imballaggi

 

COSA POTREBBE FARE OGNUNO DI NOI PER SPRECARE MENO E AIUTARE IL PIANETA?

Comprare cibo vegetale (che l’impatto dei prodotti di origine animale è altissimo non solo per la vita degli animali)  sempre il più possibile a Km0, bio  e senza imballi. Cercare di intercettare gli sprechi e reindirizzarli come avviene con Recup. Io per esempio ho cucinato le verdure che ho trovato abbandonate al mercato e le ho portate  alla distribuzione di cibo ai senzatetto. Comprare oggetti usati o provenienti da circuiti in cui abbiamo garanzie su come sono stati prodotti sia a livello di rispetto dell’ambiente che dei lavoratori. Far entrare nella nostra vita pochi oggetti che veramente ci servono o possono migliorare la qualità della nostra vita, e far uscire gli oggetti che non usiamo o amiamo più per esser riutilizzati da altri. Ci tengo molto a dire che questo tipo di scelte migliorano tantissimo la qualità della mia vita da tanti punti di vista. Barattare è molto divertente per esempio, come è molto bello andare a comprare le verdure al mercato contadino e instaurare un rapporto con chi coltiva ciò che ti nutre. Comprare cibi senza imballo ti fa evitare un sacco di cibo spazzatura. Le miei scelte mi portano ad avere molte più relazioni umane vere  anche in quello che di solito vengono catalogate come attività di servizio.

Cosmesi autoprodotta
Detergenti e detersivi, creme ecobio autoprodotti e/o comprati sfusi

QUALI SONO LE REALTà MILANESI CHE SI DISTINGUONO IN  TEMA DI SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE?

Partiamo da  Recup che si occupa di intercettare il cibo invenduto nei mercati e ridistribuirlo, un’attività semplice ma tanto importante sia per evitare gli sprechi di cibo ancora buono sia per permettere a persone che magari sono in difficoltà di avere frutta e verdura gratuitamente. Poi c’è Giacimenti Urbani che oltre ad aver messo online una mappa con le “risorse” della città organizza eventi splendidi come i Restart Party dove si riparano insieme gli oggetti e Il Mercato Circolare in cui si trovano attività che per esempio creano oggetti con materiali riciclati. Poi c’è Fucine Vulcano che oltre ad una ciclofficina è un fantastico laboratorio di sostenibilità dove puoi assistere a spettacoli teatrali o musicali stando seduto su panchine fatte con cassette della frutta.  Oggi ho letto online su ecodallecittà ,un portale che si occupa di sostenibiità nelle città, la storia di Rocco Tozzi un custode di Milano che è riuscito a creare un micromondo di recupero risorse e condivisione nel suo palazzo. Ecco io credo che sia nel nostro quotidiano che possiamo fare la differenza.

 

DOVE POSSIAMO SEGUIRE LE TUE “PILLOLE DI SOSTENIBILITA”?

Per ora racconto le mie sperimentazioni soprattutto sul mio profilo Facebook (i contenuti sono tutti pubblici e c’è il tasto “segui” ) ma presto dovrebbero arrivare anche dei video (credo su youtube) e shhhh.. forse anche un libro.

Sulla mia pagina professionale invece potete trovare il progetto Benessere Solidale con cui destino una parte dei ricavi ad un progetto solidale ogni mese diverso. Ho scelto progetti solidali che si occupino sia di animali umani e non umani  che di ambiente. Per uno dei progetti che si chiama “Compagnia della Polenta” che distribuisce una volta a settimana la cena vegan ai senzatetto a Milano, comprerò, con i fondi raccolti, della pasta che consegnerò personalmente. Questo mese ho scelto il progetto “Dona giacconi trasformabili in sacchi a pelo ai senzatetto” un progetto molto interessante anche perché i giacconi sono cuciti da donne che a loro volta sono state delle senzatetto ma che ora grazie a questo lavoro stanno ricostruendo la loro vita.  La ricerca per trovare progetti solidali che abbracciassero la mia idea di mondo non è stata semplice ma ne sto scoprendo di nuovi ogni giorno.

 

UN LIBRO CHE CONSIGLI DI LEGGERE E UN BLOG/SITO CHE CONSIGLI DI SEGUIRE?

Io per questa mia ricerca ho utilizzato soprattuto  youtube, se cerchi #zerowaste ti si apre un mondo. Dai video delle ragazze americane che sperimentano nel quotidiano ai Ted di Bea Johnson autrice di ZeroWaste Home e di Lauren Singer. Interessantissimo anche  Rob Greenfield che quando non si tuffa nei bidoni per recuperare cibo ancora perfetto, fa progetti per la riduzione dei rifiuti individuali (per un mese ha vissuto come un americano medio portandosi addosso tutti i rifiuti che produceva) o insegna come si può coltivare un orto urbano bio.

 

CI SVELI UNA DELLE TUE RICETTE PER REALIZZARE UNA CREMA FAI DA TE?

Per ora di crema ne ho prodotta solo una insieme al mio compagno ad un laboratorio di un pomeriggio, ma il risultato è stato talmente meraviglioso che da un mese ci stiamo spalmando crema alla vaniglia e dobbiamo rifarla prestissimo. Gli ingredienti sono semplici è la realizzazione che richiede qualche accessorio tipo i  termometri che dobbiamo ancora comprare. Gli ingredienti sono: Olio di vinaccioli, cera carnauba, oleolito di calendula, vitamina c, sale, acqua e olio essenziale di vaniglia. Per ora la mia alternativa all’autorproduzione è comprare la crema ecobio confezionata in vetro con il vuoto a rendere da Negozio Leggero.

 

E voi quali  pratiche adottate per rispettare l’ambiente e contribuire al benessere della vostra vita?

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