UNESCO FESTIVAL EXPERIENCE: ALLA SCOPERTA DI PAESTUM
Torno a parlarvi dell’Unesco Festival Experience, l’evento itinerante per la promozione dei siti Unesco del Sud Italia. Questa volta vi racconto la mia tappa a Paestum, uno dei posti che ho sempre sognato di vedere, un luogo magico da visitare almeno una volta nella vita, una tappa imperdibile per chi visita la costiera amalfitana e il Cilento.
Indice
PAESTUM: LE ORIGINI
Antica città della Magna Grecia, Paestum fu chiamata dai fondatori “Poseidonia“ in onore di Poseidone, anche se gli abitanti erano molto devoti a Era e Atena, come si può notare dai resti dei templi a loro dedicati ancora oggi visibili nel parco archeologico. In realtà, quando i Greci arrivarono, trovarono un territorio con una lunga storia alle spalle. Qui vi sono infatti le testimonianze di tutte le epoche dell’umanità: paleolitico, neolitico, età del rame, del bronzo e del ferro. Una città antichissima, culla della civiltà greca e romana e patrimonio dell’umanità.
I TEMPLI
Nei cinque chilometri di mura che circondano il parco archeologico, si possono ammirare i resti dei templi di Hera, Nettuno e Athena. Il primo è il più antico e appartiene alla prima generazione dei grandi templi in pietra, iniziato intorno al 560 a.C. E’ inoltre quello che si è meglio conservato insieme al tempio di Nettuno.
Quest’ultimo è il più imponente. Realizzato verso la metà del V sec. a.C., rappresenta la declinazione classica dell’architettura templare greca. Gli antichi greci che progettarono il tempio, erano degli efficienti ingegneri ed architetti: è infatti stato costruito in modo tale da resistere a terremoti e calamità naturali. Non si spiegherebbe altrimenti come mai ancora oggi è in piedi, seppur nella sua struttura esterna.
Sul lato opposto, posizionato sul punto più alto della città, a nord degli spazi pubblici, sorge il tempio di Atena risalente al 500 a.c. Curiosa è la struttura in pietra collocata davanti il tempio. Qui, in pratica, si sacrificavano gli animali nell’ambito di grandi feste per la dea, accompagnati da musica e rituali di vario tipo.
Ma, oltre ai tre imponenti templi, nel parco archeologico di Paestum, si possono ammirare i resti dell’antica città con l’ agorà, il foro romano dove avvenivano gli scambi commerciali, le case private.
Quanto mi affascina questo posto! Ogni volta che mi trovo di fronte ai resti di antiche civiltà, provo a immaginare come era la vita in quei posti, cosa facevano gli abitanti, come si muovevano e scandivano le giornate. Di fronte a siti del genere, non puoi non lasciarti stupire. Ho girato in lungo e in largo il parco archeologico, cercando la luce giusta, la prospettiva perfetta da cui ammirare i templi. E, a proposito di luci, deve essere bellissimo visitarlo al tramonto con lo sfondo di un cielo sfumato e la luce che enfatizza le forme armoniche delle strutture.
IL MUSEO E LA TOMBA DEL TUFFATORE
Oltre al Parco Archeologico consiglio vivamente di visitare il Museo adiacente per approfondire la storia di Paestum e soprattutto per scoprire chicche e curiosità storiche delle antiche civiltà. Il percorso interno è fatto molto bene e corredato anche da video esplicativi che ricostruiscono i templi mostrandoti come erano una volta.
Ciò che ha destato particolarmente la mia attenzione, è stata la “Tomba del Truffatore”, in mostra fino al 7 ottobre 2018. Si tratta di cinque lastre dipinte, che costituicono la tomba, molto probabilmente di un giovane uomo, come si può notare appunto dai dipinti. Risalente al 480/70 a.C. la tomba è singolare anche per il soggetto rappresentato: un giovane nudo che si tuffa nell’oceano, che allude alla metafora del passaggio dalla vita alla morte.
Le pareti della tomba, a cassa litica in lastre di travertino, sonoinvece decorate con scene di un banchetto. La particolarità di questa tomba sta nel messaggio che questi dipinti trasmettono. Considerando che nelle città greche dell’Italia meridionale, filosofi come Pitagora e Parmenide stavano affrontando questioni legate alla metafisica e alla vita dopo la morte, si ipotizza che anche la persona sepolta nella tomba fosse un “iniziato”. L’altro aspetto singolare sta nel fatto che questi dipinti sono interni alla tomba. Ciò vuol dire che sono rimasti chiusi e al buio per millenni, fino al ritrovamento cinquant’anni fa!!! Incredibile!!!
INFORMAZIONI UTILI
Il parco archeologico (Museo e Area archeologica) è aperto tutti i giorni dalle 8:30 alle 19:30. Soltanto il Museo, il primo e il terzo lunedì del mese resta aperto fino alle 13:40 mentre l’area archeologica rispetta gli orari di apertura ordinari.
L’ingresso è a pagamento e prevede un ticket di € 9,50 ridotto € 4,75. C’è anche il biglietto cumulativo che aggiunge la visita al Parco archeologico Elea-Velia che è a 44km da Paestum con un ticket di € 10,50 ridotto € 5,25.
Per raggiungere il sito è possibile utilizzare l’auto oppure il treno. Avendo, il giorno prima, fatto tappa ad Amalfi, che è priva di stazioni ferroviarie, ho utilizzato un transfer per raggiungere il parco archeologico. Per prenotarlo mi sono rivolta all’agenzia Travelbefore. Da Paestum ho poi preso il treno che mi ha portato a Napoli. Il viaggio Paestum-Napoli dura un’ora e quindici minuti più o meno. La stazione ferroviaria è raggiungibile a piedi dal parco archeologico.
Se si ha un mezzo proprio conviene prendere l’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria:da nord uscire a Battipaglia; da sud uscire a Eboli. Dalla statale 18 invece bisogna uscire a Capaccio Scalo e raggiungere la via Laura di Paestum (Km 23 dal casello autostradale di Battipaglia e Km 20 dal casello autostradale di Eboli).
Per maggiori informazioni visitare il sito.
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