APRIRE UN HOME RESTAURANT NON è STATO MAI COSI SEMPLICE, PAROLA DI PAOLA SERRRANO’, HOST DI VIZEAT
Mettici una casa grande con un salone abbastanza capiente capace di ospitare tra le 6 e le 12 persone all’incirca, aggiungici tanta passione per la cucina, condisci il tutto con ospitalità e voglia di conoscere gente nuova, e voilà ecco che hai tutte le carte in regola per creare il tuo home restaurant. Si proprio così, hai capito bene un ristorante a casa tua! Da Ma’Hideen Kitchen tra i precursori dell’home restaurant supper club a Milano a Gnammo (ne ho parlato in post precedenti) nota piattaforma di social eating, di strada ne abbiamo fatta parecchia. La diffusione di nuove piattaforme come per esempio Vizeat che mette in contatto turisti con persone locali, il desiderio di vivere esperienze più autentiche e meno commerciali, hanno contribuito ad accrescere il fenomeno del social eating e di conseguenza ad diffondersi degli home restaurant.
Aprire la propria cucina a perfetti sconosciuti potrebbe rivelarsi un’ottima opportunità per arrotondare, per condividere la propria passione per la cucina con foodlovers, per conoscere gente nuova e per impegnare il proprio tempo. Proprio come nel caso di Paola Serranò, calabrese trapiantata a Milano, ex biologa sulla sessantina, che, trovatasi disoccupata dall’oggi al domani, ha pensato di far fruttare la sua passione per la cucina diventando host della piattaforma di social dining Vizeat. Ha addirittura creato un proprio marchio DaPaoletta con un sito web e richiamo sui principali social network. Una donna “social” a tutti gli effetti Paola, oggi richiestissima non solo dai guest della nota piattaforma francese, ma anche da aziende, gruppi di amici per cene ed eventi speciali.
Da quanto tempo sei host in Vizeat?
Ho scelto di essere presente su Vizeat come DaPaoletta ad inizio del 2015 perché credo che possa essere un eccellente volano per spingere le persone a condividere con gente nuova un pranzo o una cena, soprattutto in città come Milano dove è difficile fare amicizia.
Come mai hai deciso di approcciarti all’home reastaurant? Passione? Esigenze pratiche?
Passione, è questo l’ingrediente chiave alla base della mia ricetta. Io e mio marito, abbiamo sempre avuto una forte passione per la cucina, in particolare amiamo cucinare per gli amici. La nostra casa è sempre stata piena di persone, amici, conoscenti, amici di amici, amici dei figli che si ritrovavano a mangiare nella nostra tavola. Così un po’ per gioco un po’ per abitudine abbiamo deciso di organizzare a casa delle vere e proprie social dinner. Non nascondo che l’idea, nata spontanea, risponde anche ad un esigenza pratica: impegnare il nostro tempo.
Quante cene/pranzi organizzi al mese?
Non abbiamo un impegno fisso. Lo facciamo quando abbiamo la giusta ispirazione, quando troviamo i prodotti giusti in base alle stagioni. A volte, mi piace personalmente chiudermi in cucina e dedicarmi a sperimentare nuove ricette, nuove alchimie di piatti, alla ricerca di nuove ispirazioni in cucina.
Dove hai imparato a cucinare così bene?
L’esperienza è stata la chiave di tutto. Appena sposata, oltre 37 anni fa non sapevo cucinare neanche un uovo fritto, ma io testarda cercavo di imparare. Ricordo ancora il giorno in cui decisi di preparare una colomba. Ho seguito passo dopo passo la ricetta e riposto a lievitare l’impasto in una stanza di servizio della mia casa. Dopo qualche ora l’impasto era lievitato così tanto che era non solo fuoriuscito dal contenitore ma aveva letteralmente invaso tutta la stanza. Dopo tanti anni, tra un errore e l’altro sono diventata la cuoca di oggi.
Aprire un home restaurant potrebbe rappresentare un buon modo per incrementare il proprio stipendio o addirittura un’occasione di guadagno per chi un lavoro non ce l’ha?
Se fatto bene, credo che possa diventare anche una piccola occasione di guadagno. In casa hai comunque dei limiti di spazio e di capacità e quindi non puoi ambire ad alti guadagni come succede per un ristorante normale.
Cosa cucini generalmente e quali sono le tue specialità?
Non ho un piatto in particolare , cambio continuamente , mi piacciono i piatti della tradizione e e sopratutto uso solo materie prime di qualità dalla pasta di Gragnano ai pomodori s.Marzano dop di Nocera al biscotto di grano prodotto da un vecchio forno a legna di Ferrito , al caciocavallo di Ciminà , dai salumi di suino nero. Uso solo olio extravergine d’oliva anche e sopratutto per la frittura, amo fare la pasta fresca , insomma amo la cucina delle vecchie massaie fatta di prodotti naturali e tanta fatica. Tra le mie specialità vi è “A cutra ru bizzolu” un’antica ricetta proposta un tempo da un ristorante storico di Reggio Calabria che ormai non esiste più.
Cosa vuoi dire a chi si avvicina per la prima volta al mondo degli home restaurant?
Non pensate che questa attività possa essere un lavoro, prendetelo come un divertimento e non dimenticate di mettervi in gioco ogni giorno proponendo nuovi piatti, nuovi colori a tavola. E’ un’esperienza unica e indimenticabile, avrete modo di conoscere e incontrare persone con culture diverse provenienti da altre parti del mondo, e condividere con loro la vostra passione per la cucina.
Raccontaci un aneddoto particolare, di una cena, di qualche guest particolare che ti è rimasto particolarmente in mente
Una coppia di californiani venuti, con il figlio di 6 anni, a Milano per EXPO. Gli abbiamo conosciuti in treno da ritorno da Expo, e tra una chiacchera e l’altra la sera sono venuti come ospiti a cena nella mia terrazza, dei guest indimenticabili ma soprattutto dei nuovi amici con cui siamo rimasti in contatto.
Progetti per il 2016?
Tra pochi giorno farò un viaggio nella mia cucina per sperimentare nuove idee e mettere a terra nuovi progetti per quest’anno. Mi piacerebbe utilizzare lo spazio di casa non solo per mangiare ma anche per creare momenti di confronto socio culturali intono alla mia tavola.
Ho avuto il piacere di partecipare ad una social dinner DaPaoletta e devo dire che sono rimasta piacevolmente sorpresa dalla sua ospitalità ed accoglienza e dalla cura al dettaglio nella preparazione dei piatti e nella remise en place. La chicca? DaPaoletta il cibo non si butta quindi tutto ciò che rimane ad una cena può essere o portato a casa dai guest, o in alternativa viene portato ai senza tetto che vivono nei dintorni della stazione centrale di Milano. Very Good!
E allora cosa aspetti ad aprire il tuo home restaurant?