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Ritorno all’infanzia in centro a Milano, si può, sull’altalena da SlowSud

Scrivere per un blog è un’avventura interessante per diversi aspetti. Uno di quelli che ha mosso il mio interesse è stato il poter ascoltare e raccontare storie, incontrare persone e scoprire nuovi posti.

Milano è una città stupenda, ricca di stimoli, difficile da gestire ma proprio per questo affascinante in quanto ti sorprende con piccoli gesti. Milano ha mille facce ed è il cuore pulsante di questo blog. Milano ospita i concept store che popoleranno successivamente tutta l’Italia ed è per questo che ci piace inseguire nuovi locali per capire trend e gusti. SlowSud è uno di questi.

Chi conosce il locale sito a due passi dal Duomo, in una traversa di via Torino, è stato attirato dall’altalena che si intravede dai vetri dell’ingresso ed invita a fermarsi. SlowSud è anche un locale dove si mangia bene, dove potente è la memoria e la forza del ricordo di un’infanzia in terra sicula.

Ne parliamo con Lorenzo Rollo, giovane siciliano, titolare – insieme ad altri due amici, Luca Rudilosso e Anthony Tata, siciliani anche loro – del locale dedicato alla cucina di strada del Sud Italia e a quella siciliana in particolar modo.

È passato poco più di un anno dalla vostra apertura. Riassumici la vostra storia.
I nostri padri hanno sempre avuto il sogno di avviare un ristorante, ci siamo resi conto che questa passione covava silenziosa dentro di noi da tempo. La scintilla che ci ha fatto passare dalla teoria alla pratica è però scattata durante una serata annoiata, quando vivevamo nello stesso appartamento. L’anno dell’EXPO si avvicinava, il tema del cibo era troppo allettante.

Perché avete scelto il nome SlowSud e perché avete adottato questo logo?
Il nome SlowSud è nato subito, frutto di un brainstorming davvero intenso. Lo abbiamo più volte messo in discussione, ma fin da subito è stato chiaro che sarebbe sopravvissuto ad ogni selezione e che ci avrebbe accompagnato a lungo. Racchiude la nostra filosofia, il nostro retroterra culturale, la nostra idea di ristorazione. Ogni siciliano che si rispetti conosce il valore del tempo, della lentezza, della ricerca della qualità senza scorciatoie.

Il logo, invece, è arrivato molti mesi dopo. Abbiamo scartato mille soluzioni e decine di palette di colori, abbiamo coinvolto svariati designer ed agenzie, ma il risultato non ci soddisfaceva mai. Alla fine siamo ritornati alle origini, coinvolgendo un nostro vecchio coinquilino che, oltre ad aver seguito il progetto dagli albori, come noi viene da Floridia (SR). E’ stato molto più semplice fargli capire la nostra idea e trovare una soluzione semplice che fosse comunque facile da ricordare.

Dallo street food in apecar a due passi da via Torino a Milano. Perché questa scelta? 
In effetti il processo è inverso. Abbiamo aperto il ristorante a Giugno 2015, mentre l’ape, pur essendo in cantiere fin da subito è partita 9 mesi dopo. Sono due business molto diversi, per quanto complementari, e per questo necessitano di un approccio molto diverso. La scelta dell’ape è stata agevolata dal boom che questo format ha avuto negli ultimi anni.

Il vostro è un concept store dove trascorrere il tempo lentamente. Sono molte le iniziative promosse dalle degustazioni alle serate di Live Music.  Quali di queste iniziative hanno più successo e perché? 

Nonostante il nome, SlowSud non è soltanto questo. Durante il pranzo il nostro utente medio ci richiede velocità. Chi lavora in zona e viene a mangiare da noi, ha tipicamente dai 30 ai 45 minuti per sedersi, ordinare e mangiare. Essere “lenti” avrebbe smesso di essere un plus e sarebbe diventato un problema serio.

Durante il servizio serale cambia tutto. I clienti hanno più tempo per godersi non solo il cibo, ma tutta l’esperienza che gira attorno ad una cena.

Proponiamo spesso eventi ed attività di vario tipo, in primis l’appuntamento periodico con gli artisti di strada. Proponendoci come “cucine di strada” l’abbinamento ci è da subito sembrato perfetto, quindi abbiamo chiesto una collaborazione all’Associazione Artisti di Strada Milano che ci è stata molto d’aiuto.

SlowSud e altalena. Perché questa scelta?

Durante la fase di definizione dell’arredamento volevamo inserire alcuni elementi tipici della strada del Sud Italia, all’interno di un locale al centro di Milano. La seconda sala vuole rappresentare una stilizzazione di un mercato del Sud: Ballarò, il mercato del pesce di Ortigia, Pignasecca a Napoli. Quindi abbiamo inserito luci con forme ed altezze diverse, varietà di stili e colori, la riproduzione de “La Vucciria” di Renato Guttuso. La prima sala invece vuole rappresentare un’aia di una tipica masseria siciliana, un ricordo felice della nostra infanzia in Sicilia, dove abbiamo consumato tanti pranzi di Pasquetta o di Ferragosto. Cosa poteva esserci di più rappresentativo di un’altalena?

Chi le usa di più? Bambini? Adulti? Lavoratori o turisti di passaggio?
Sicuramente i bambini, ma di ogni età. A prima vista può sembrare scomoda, magari anche pericolosa, ma una volta superato il primo minuto di stabilizzazione, non se ne può più fare a meno. Certamente è una grande attrazione per i turisti, ma la scelgono tutti coloro che per un ora vogliono tornare un po’ all’infanzia
Presentaci il vostro chef. Come è stato definito il menu? Quali sono i piatti più richiesti? Sono previsti nuovi piatti per l’estate e per l’autunno entrante?

Il menu viene costruito e cesellato con cura per lungo tempo. Lo cambiamo ogni 3 mesi circa, per venire incontro alla stagionalità delle materie prime e per poter garantire un prodotto più fresco e genuino. Dal giorno in cui lanciamo un nuovo menu, cominciamo a pensare a quello successivo, creando nuovi accostamenti e sperimentando piatti della tradizione meridionale in chiave moderna. Così ci concentriamo prima sulle materie prime, lasciandoci suggestionare principalmente da quella che rappresenta la base della nostra formazione gastronomica: la cucina delle nostre nonne. Ci piace giocare con le forme, presentando un piatto tradizionale in modo non convenzionale, modificando le consistenze e la costruzione del piatto in base all’ispirazione del momento.

Da quando abbiamo introdotto il nuovo menu estivo, i piatti di maggior successo sono quelli a base di pesce come la mafaldina con buzzonaglia di tonno rosso, fiordilatte e crema di menta, o gli spaghetti di grano duro con gambero rosa di Portopalo e bottarga. Ma i piatti in assoluto più richiesti rimangono quelli tipici della tradizione siciliana: pasta alla Norma e cannolo (da SlowSud in versione scomposta).

Quali strumenti di comunicazione adottate. Avete una persona dedicata?
Ovviamente siamo molto attivi sui social network, principalmente Facebook e Instagram che gestiamo internamente, avvalendoci del supporto di alcuni amici. Per quanto a due passi da piazza Duomo, via delle Asole è molto piccola e per certi versi non troppo visibile alla massa, per cui abbiamo deciso di non tralasciare forme più classiche di comunicazione, come il volantinaggio che ci ha permesso di farci conoscere a tutta la gente che affolla via Torino a tutte le ore.

Avete un locale ma non abbandonate la vostra apetta. Come immaginate il futuro di SlowSud? Sono previste nuove aperture?
Come dicevo l’ape è venuta successivamente, per certi versi rappresenta il nostro secondo punto vendita. Durante il primo anno di vita abbiamo ricevuto parecchie proposte di espansione, franchising o collaborazioni varie, ma al momento non c’è nulla di concreto. Lavoriamo ogni giorno per migliorarci e migliorare la nostra creatura, né vogliamo fare le cose di fretta, trasportati dall’entusiasmo.

 

Chiudiamo qui l’intervista, ringraziamo Lorenzo ed invitiamo i nostri lettori ad approfittare del periodo di saldi per andare in centro a Milano e godersi di una pausa con una granita da Slow Sud o con una cena romantica. Seguite le pagine social di Slow Sud per essere sempre informati. E continuate a seguirci per conoscere nuovi posti e nuovi trend.

 

Roberta aka Kotori

 

 

 

 

 

 

 

 

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