M.U.RO, IL MUSEO DI URBAN ART DI ROMA: SCOPRIAMO LE OPERE DEL QUADRARO E DI TOR PIGNATTARA
Oggi vi porto a Roma alla scoperta della street art e dei suoi musei a cielo aperto. Negli ultimi dieci anni anche nella capitale l’arte urbana ha regalato colore e bellezza soprattutto nelle periferie. Un esempio sono il Quadraro e Tor Pignattara, periferia est della città, due quartieri che negli ultimi dieci anni hanno subito un’interessante riqualificazione grazie alla street art. Perdersi per i vicoli è un gran piacere, un’esplosione di colore e creatività che mai mi sarei aspettata in un posto che dodici anni fa, quando sono andata via da Roma, era meglio non frequentare.
Ho scoperto poi che gran parte dei murales dei due quartieri fanno parte di M.U.Ro, Museo di Urban Art di Roma, uno dei progetti più interessanti della città che ha contribuito a portare l’arte per strada e in particolare nelle periferie della capitale.
Indice
COS’è M.U.Ro
M.U.Ro è un “museo diffuso” di Urban Art ideato nel 2010 dall’artista David Diavù Vecchiato. Sono oltre 35 i murales che percorrono i vicoli di Quadraro e Tor Pignattara realizzati da artisti provenienti da diverse parti del mondo. Opere perfettamente integrate nel tessuto sociale che dialogano con l’intera comunità.
È infatti un progetto site-specific, ovvero ideato per far relazionare gli artisti con la conformazione e la storia dove realizzano le proprie opere. Ed è questo a mio parere uno degli aspetti più interessanti: le opere infatti raccontano il quartiere, la passata e recente storia, le vicissitudini di vita comune, la deportazione nazifascista del 17 aprile 1944, la lotta contro il nazismo del primo dopoguerra, il periodo d’oro di Cinecittà, la natura multietnica della periferia, è un racconto del quartiere e una celebrazione dello stesso.
“Stimolare un Rinascimento dell’Arte Pubblica Contemporanea è stato fin dall’inizio uno degli obiettivi del M.U.Ro” si legge sul sito dedicato. Non posso non essere contenta e fiera di questo progetto che ha completamente trasformato il volto di questi due quartieri della periferia est di Roma.
Adesso non ci resta che addentrarci nei vicoli del Quadraro e Tor Pignattara e ammirare da vicino le bellissime opere di urban art. In questo post ve ne proporrò alcune, quelle per me pù belle e significative. Ma se vi addentrate ne scoprirete tante altre!
M.U.RO. IL MUSEO DI URBAN ART AL QUADRARO
Partiamo dal Quadraro dove a pochi passi dalla metro Porta Furba ti ritrovi catapultato in un quartiere a colori. Qui campeggiano palazzine basse di uno massimo due piani. Non sembra infatti di essere nella capitale ma in un paese di provincia. E forse anche questo aspetto, unito alla bellezza della street art, lo rende particolarmente affascinante.
Tra le prime opere che incontri vi è quella realizzata da David Diavù Vecchiato “Art Pollinates Quadraro” che concettualmente rappresenta il focus di questo progetto: l’arte che feconda il quartiere, che entra nel tessuto sociale portando bellezza e valorizzandone l’identità.
Foto di David Diavù Vecchiato
Vicino troviamo “Il RisucchiAttore” l’opera di Mr Thoms all’esterno del tunnel del Quadraro in via Decio Mure. Sembra che il tunnel voglia ingoiare l’arte e si voglia sfamare di essa. Lo stile mi ricorda quello di Blu.
In via Lentuli c’è un’opera fatta a quattro mani dall’artista kazaka Dilkabear e dall’artista italiano Paolo Petrangeli. Molto bella e di impatto. È quella che vedi sopra nell’immagine in evidenza. La trovi anche sul mio profilo Instagram!
Un’altra opera impattante è quella che trovi in Via Monte del Grano, il “Nido di Vespe” di Lucamaleonte. Il titolo ricorda il soprannome che i Nazisti diedero agli abitanti del quartiere perché riuscirono ad essere uniti e compatti come le vespe, in difesa dei loro ideali di libertà. Rappresenta dunque l’orgoglio degli abitanti durante il periodo della resistenza Nazista. Non è un caso se l’opera è stata realizzata nel 2014 al settantesimo anno dalla deportazione fascista.
Percorrendo via dei Pisoni ti imbatti nell’opera di Ron English, un murale tridimensionale davvero di grande effetto, uno dei miei preferiti: anche questo richiama il passato, il periodo nazista. Mickey Mouse con la maschera antigas dovrebbe rappresentare il male, il Nazismo appunto, il bambino verde più grande il coraggio degli uomini, la volontà di combattere il male.
Proseguendo sulla via ti imbatti in uno dei più bei murales del quartiere a mio parere, una donna sdraiata percorsa da strade realizzata da Jim Avignon. Somiglia a primo impatto a un’opera di Modigliani. Sembra davvero un quadro!
Via dei Quintili è un pullulare di opere di street art: come quella del pittore americano Buff Monster, dai colori vivaci, che utilizza la metafora del gelato, Mauro Pallota aka Maupal “Esodati”, Daniele Tozzi aka Pepsy “Il Codice”, e i ranocchi giganti dei francesi Veks Van Hillik.
In via degli Ortenzi troviamo il volto di una donna orientale carico di potenza espressiva, a cura dell’urban artist irlandese Fin Dac. Bellissimo! È talmente perfetto che sembra una fotografia.
E stata una gran sorpresa trovare anche l’americano Zio Ziegler tra gli artisti che hanno collaborato al progetto. Questo è un lavoro a quattro mani che vede la collaborazione con l’artista Never. Anche quest’opera è un’interpretazione molto interessante della storia del quartiere ai tempi del fascismo. Una lupa da un lato e degli omini gialli dall’altro che rappresentano i partigiani che scappano. Sulla destra c’è anche una scritta “Mai Più“, che purtroppo nella foto non si vede, riferita alla guerra. Peccato che proprio sulla parte destra ho trovato un bidone del vetro che copre una parte del murale.
Quadraro – Zio Ziegler
M.U.RO: IL MUSEO DI URBAN ART A TOR PIGNATTARA
Dal Quadraro passiamo a Tor Pignattara un altro quartiere molto caratteristico soprattutto per il suo essere multietnico. Anche qui i murales raccontano e celebrano il quartiere.
Tra opere più rappresentative vi sono “I faccioni” così li chiamano gli abitanti del quartiere, realizzati da David Diavù Vecchiato sulle nicchie che ospitavano un tempo le locandine di film e spettacoli dell’ex Cinema Impero. Cinque volti iconici del cinema italiano Anna Magnani, Mario Monicelli, Pier Paolo Pasolini, Franco Citti, Sergio Citti, attori e registi che hanno rappresentato, mostrato e raccontato le strade del quartiere popolare nei loro film.
L’opera è stata realizzata nel 2014 quando l’ex Cinema Impero era chiuso e rientra nel progetto Nuovo Cinema Impero, che aveva l’obiettivo di far rinascere questo luogo storico e iconico della città rimasto chiuso per tantissimi anni, dal 1979. Dopo occupazioni e altre vicissitudini, il movimento Cantiere Impero si è mobilitato per restituire ai cittadini questo gioiello storico, con l’intento di trasformarlo in un luogo di cultura. E così è stato. Oggi l’ex Cinema Impero ospita una scuola di recitazione e regia. Le opere di David Davù Vecchiato arrivano proprio nel 2014, nel momento di discussione sulla possibile riapertura, e sono state realizzate proprio per stimolare il dibattito in questo senso.
Vicino i faccioni puoi ammirare “La Selva delle 9 Muse (The Forest of the 9 Muses)” sempre di David Diavù Vecchiato, opera commissionata che raffigura un gruppo di donne che sembrano messe lì a protezione dell’edificio.
Percorrendo sempre via dell’Acqua Bullicante, trovi “Melting Faces, Stories, District” un bellissimo lavoro a sei mani realizzato da Lucamaleonte, Nicola Alessandrini David Diavù Vecchiato, ideato da Diavù per il Comitato di Quartiere di Torpignattara. Sono 4 volti di persone aventi origini diverse: cinese, bangladese, italiana. L’opera rappresenta l’immigrazione di ieri e di oggi, fatta di storie di rinunce, sacrifici, marginalizzazione. Per realizzare il murale i tre artisti hanno conosciuto a fondo la storia di tre famiglie di Tor Pignattara:
- Diavù è stato con Liu e la famiglia Zhiyang, arrivata a Roma dalla Cina a fine anni 70,
- Lucamaleonte ha conosciuto Rupali Gomez donna bengalese, vedova e cristiana (una minoranza nella comunità quasi totalmente islamica del quartiere),
- Nicola Alessandrini ha ripercorso la storia dei laziali Caporillo, trasferitisi a Tor Pignattara alla fine del 1800.
Il risultato è una bellissima tela a cielo aperto che celebra il quartiere.
Avete mai sentito parlare del “La Cappella Sistina di Tor Pignattara”? E’ il murale realizzato in via Galeazzo Alessi 215 da Nicola Verlato dal titolo “Hostia”. Un omaggio a Pier Paolo Pasolini che frequentava il quartiere, ma non solo, ne parla anche nei suoi romanzi e a volte lo ha utilizzato come set per i suoi film. L’opera rappresenta la morte del regista , ucciso a bastonate e poi travolto da un’auto a Roma nel ’75. Si vede il suo corpo cadere verso un luogo allegorico dove si vede lui bambino in braccio alla madre. L’effetto sembra quello di un affresco ma sulle tonalità del grigio, di quelli che si vedono sui volti delle chiese, dei duomi. È davvero pura poesia!
Tor Pignattara è piena di bellissime opere di street art, non pensavo affatto di trovare così tanta bellezza. Oltre ai muri realizzati nell’ambito el progetto M.U.Ro ci sono altre opere che rientrano in altri progetti artistici. Ne parlerò in un altro post.
OLTRE M.U.RO
Il lavoro di M.U.Ro non si esaurisce in questi due quartieri, ma come accennavo sopra, si tratta di un museo diffuso che include anche altre opere d’arte realizzate in altre zone della città da importanti firme dell’arte contemporanea di tutto il mondo, un museo che appartiene alla comunità. L’artista ideatore di M.U.Ro, David Diavù Vecchiato è senza dubbio una persona illuminata. Si vede che dietro, oltre alla passione e all’amore per la sua città, c’è proprio un senso di responsabilità nei confronti delle persone e delle nuove generazioni.
“Io credo che, in un mondo che segue sempre di più gli interessi privati fino ad arricchire pochissimi individui riducendo alla miseria la maggioranza della popolazione mondiale, fare arte pubblica, ovvero cultura visiva nelle strade di cui tutti possono fruire gratuitamente, sia sempre più necessario”, mi spiega Diavù.
E io condivido in pieno il suo pensiero e mi complimento con lui e il suo team per aver ideato questo progetto e averlo portato avanti fino ad oggi.
E non finisce qui. Come si suol dire “da cosa nasce cosa”: M.U.Ro ha contribuito alla nascita di due interessanti progetti:
- GRAArt, si tratta di 17 grandi murales attorno al Grande Raccordo Anulare, un’esplosione di colore in una parte grigia della città;
- POPSTAIRS: 5 grandi scalinate dipinte da artiste, delle opere dall’effetto super wow.
Parlerò di questi progetti in un post dedicato.
Intanto se vai sul sito del progetto e precisamente su MAP o su MAPAZINE puoi scoprire dove sono i murales e i percorsi suggeriti per visitarli.
Spero di averti dato degli spunti per organizzare il tuo street art tour a Roma e spero di averti fatto conoscere un bel progetto che ha trasformato e continua a trasformare il volto di Roma grazie all’arte urbana. Buon giro!